L'IMBUTO DI CUOIO
Il mio amico, Lionel Dacre, abitava nell'Avenue de Wagram, a Parigi. La sua casa era quella piccola, con la cancellata di ferro e il giardinetto davanti, che s'incontra sulla sinistra, venendo dall'Arco di Trionfo. Immagino che essa esistesse già molto tempo prima che il viale venisse costruito, poiché i tegoli erano cosparsi di licheni, e i muri erano ammuffiti e scoloriti dagli anni. Sembrava piccola vista dalla strada, cinque finestre sulla facciata, se ben ricordo, ma sul retro si estendeva in un'unica, lunga sala. Era qui che Dacre teneva quella singolare biblioteca di letteratura occulta, e quei bizzarri oggetti che costituivano il suo hobby e il divertimento dei suoi amici. Uomo ricco, dai gusti eccentrici e raffinati, aveva speso la miglior parte della sua vita e della sua fortuna mettendo insieme una raccolta privata, che si diceva unica nel suo genere, di opere talmudiche, cabalistiche e di magia, molte delle quali assai rare e di grande valore. I suoi gusti tendevano al soprannaturale e all'orrido, e ho sentito dire che i suoi esperimenti nel campo dell'ignoto hanno passato ogni limite di civiltà e di decoro. Con i suoi amici inglesi egli non parlava mai di queste cose, anzi si atteggiava a studioso e a grande esperto; ma un francese, i cui gusti erano analoghi ai suoi, mi ha assicurato che le più macabre delle messe nere si sono svolte in quella vasta sala, le cui pareti sono tappezzate da libri e da bacheche che la rendono simile a un museo.L'ospite
Jacob era decisamente felice.